La giungla delle opinioni letterarie.
Sono una persona che accetta le critiche, purché educate e motivate, perché mi aiutano a comprendere meglio le dinamiche della comunicazione.
Qualche volta devo dire che, tra i tanti titoli che si trovano in giro, ben pochi sono meritevoli di attenzione e questo mio parere può generare reazioni più o meno piccate.
Il fatto è che ci sono davvero tanti libri scritti male, pieni di banalità, frasi fatte, luoghi comuni, stereotipi, errori e orrori di ogni genere e risma.
Per non parlare delle copertine, tutte simili tra loro a seconda del genere o riflettenti la moda del momento.
Del resto, basta navigare un po’ in Rete o anche solo su Amazon, il regno dei libri per antonomasia, per rendersi conto di quanto ciarpame ci sia in circolazione.
Tuttavia, è vero anche che ci sono libri più che meritevoli, anche se non compaiono ai primi posti delle classifiche di vendita (e talvolta anche di critica). Ma questo non sempre è un indicatore affidabile. Molti “autori” di libri campioni di incassi sono calciatori, veline, VIP, influencer o personaggi più o meno noti che con l’arte della scrittura non hanno nulla a che fare.
Le mie attività comprendono scrittura, blogging, editing, realizzazioni video e audio, ghostwriting e anche recensioni, nel caso gli autori accettino un’eventuale critica negativa, ovviamente motivata e circostanziata.
Ma a questo proposito, ci tengo a precisare che esprimo il mio parere liberamente, svincolata da accordi o legami di qualunque sorta, perché solo così posso permettermi di essere sincera, anche se non a tutti piace.
Quando parlo di un libro, lo faccio sempre in modo professionale, ma schietto. Se non posso esprimermi liberamente, preferisco tacere.
Ben lo sanno gli autori e le autrici che mi mandano i loro libri per ricevere un mio parere, completo soprattutto della preziosa scheda di valutazione. Nessuno, ad oggi, mi ha autorizzata a divulgare le mie recensioni sui loro testi e io rispetto questa sacrosanta volontà.
Ma questo non mi impedisce di rilevare e di dire che molti libri sono brutti, scritti male e ancor peggio presentati.
Anche se, non di rado, questa mia franchezza viene scambiata per spocchia.