Principi e Principesse hanno ancora senso?
Le fiabe tradizionali sono un tesoro culturale intriso di ricchezza e fantasia, ma spesso racchiudono modelli patriarcali e stereotipi di genere che riflettono l’epoca in cui sono state create.
Esplorare la parità di genere in queste storie mette in evidenza sia gli aspetti positivi che quelli negativi.
Vediamoli assieme.
Aspetti negativi
Le fiabe classiche presentano figure femminili spesso passive, in attesa di essere salvate dal principe azzurro o dall’eroe maschile di turno. Queste donne incarnano stereotipi molto limitanti: la loro massima aspirazione è il matrimonio, i figli, la vita familiare.
Anche l’aspetto esteriore spesso assume un ruolo predominante rispetto alle qualità interiori. Alla bellezza e alla giovinezza, qualità imprescindibili di ogni fanciulla, sono associate doti di bontà, dolcezza, mansuetudine, remissione ed altri sentimenti considerati positivi.
Alla bellezza femminile, irrinunciabile nelle fiabe classiche, vengono contrapposte la bruttezza e la vecchiaia, spesso associate a cattiveria, malvagità, tradimento, infedeltà, crudeltà e ogni altro tipo di emozioni, sentimenti e doti negative.
Tutto ciò contribuisce a perpetuare ruoli di genere rigidi e limitanti a cui non sfuggono nemmeno i personaggi maschili. Questi, generalmente, sono descritti con doti di forza, coraggio, capacità combattive, nonché sentimenti di lealtà, amicizia, solidarietà. Forza, prestanza e coraggio vengono spesso rappresentati dal giovane bello e fiero, il classico cavaliere senza macchia e senza paura. Il vecchio sgraziato, lo storpio o il mostro deforme sono spesso crudeli, subdoli e maligni.
Aspetti positivi
Questi ruoli così stereotipati avevano l’obiettivo di insegnare e preparare giovani e giovinette ad affrontare la vita che li attendeva, con tutte le sue difficoltà e gli ostacoli che includeva.
Tuttavia, in molte fiabe classiche, ai ruoli tradizionali femminili, venivano affiancate anche doti di grande forza d’animo, audacia e perseveranza. Alcune protagoniste, come Cenerentola o Belle, dimostrano resilienza e molto coraggio di fronte alle avversità, riuscendo non solo a superarle, ma a trasformare la propria vita, nonostante le difficoltà.
Nella fiaba Korè e la Moneta del Destino la piccola protagonista è intraprendente, coraggiosa e non accetta ruoli precostituiti, ma affronta coraggiosamente ostacoli e difficoltà pur di affermare la sua libertà di autodeterminazione.
Anche nella fiaba Il bosco del ramo parlante la protagonista è una bambina coraggiosa che al potere e all’arroganza di un principe, contrappone la solidarietà, l’amicizia e soprattutto il rispetto per gli animali e la Natura.
Anche i modelli maschili sono cambiati, sostituendo l’eroe invincibile con l’antieroe capace di sentimenti umani realistici: il mostro o lo storpio non rappresentano più crudeltà o slealtà, ma possono incarnare saggezza, ironia, solidarietà.
Riflessi nella società
Queste riscritture delle fiabe rispecchiano il cambiamento dei ruoli della donna e dell’uomo nella società contemporanea. Le donne moderne sono meno limitate da stereotipi e si impegnano per la parità di genere in tutti gli ambiti, da quello lavorativo, al politico, dal familiare al sociale, sportivo e molti altri. Gli uomini sono più collaborativi, in famiglia, sul lavoro, in società e più disponibili ad assumere anche ruoli un tempo destinati solo alle donne.
Le fiabe moderne si adattano a questa evoluzione, incoraggiando l’empowerment femminile, la disponibilità a nuovi compiti degli uomini, l’inclusione e la diversità di ruoli e aspirazioni.
Insomma, mentre le fiabe tradizionali possono presentare stereotipi di genere limitanti, le versioni moderne stanno abbracciando il cambiamento di ruolo di donne e uomini nella società. Riscrivere queste storie offre nuovi modelli positivi e incoraggianti che rispecchiano una realtà più diversificata e inclusiva.