Miti, leggende, stereotipi, pregiudizi su un’attività che sta cambiando il mondo dell’editoria.
Riprendo il tema trattato qualche tempo fa in altri due articoli (parte 1) e (parte 2)
Premesso che il self-publishing è un argomento spinoso, per certi aspetti divisivo: c’è chi lo sostiene (qualcosa di buono si trova sempre) e chi lo demolisce a colpi d’ascia (i libri autopubblicati fanno tutti pena), è lecito porsi qualche domanda, sciogliere dubbi, trovare risposte.
Quanti sono, in percentuale, i libri autopubblicati “meritevoli” e quelli definiti bonariamente “carta straccia”?
Qui c’è poco da fare: i numeri parlano abbastanza chiaro: una buona parte dei testi pubblicati in autonomia è piuttosto discutibile, se non addirittura illeggibile. Ma c’è una percentuale, sia pur minore, di opere valide e meritevoli. Il problema è riuscire a scovarle.
Quindi la domanda da porsi è: come si fa a distinguere un’opera valida da una meno valida?
Beh, non c’è una risposta univoca, una regola fissa, né tantomeno la bacchetta magica o la sfera di cristallo. Ma ci sono alcuni accorgimenti che aiutano a scegliere un libro oltre al solito, classico e intramontabile buon senso, all’intuito, un evergreen e alla capacità, come si dice, di distinguere “le patate dai fagioli”.
Anche Chiara Beretta Mazzotta, una voce assai più autorevole della mia, spezza una lancia in favore del self-publishing in questo post.
Il self-publishing, insomma, non è sempre l’ultima spiaggia per gli autori, la zattera a cui si aggrappano gli scrittori “scartati” dalle CE tradizionali. Al contrario, molti lo preferiscono per ragioni più che legittime, come ho illustrato ampiamente qui.
Un buon lettore, al pari di un buon autore, è in grado di fare scelte autonome e personali. Magari, facendo ricorso ad alcune semplici astuzie, note a tutti, i cosiddetti pilastri di scelta: copertina, titolo e sinossi a cui si possono aggiungere:
- nome dell’autore/autrice: se avete già letto qualcosa (un libro, un articolo, una recensione, ecc.) e vi è piaciuto è probabile che anche la nuova scelta si riveli positiva
- commenti di altri lettori, in linea con i vostri gusti, ovviamente: l’amante di horror non vi consiglierà certo un romance e viceversa
- recensioni cercando di distinguere le genuine dalle “gonfiate”
e molti altri suggerimenti che potete trovare qui
Alla fine, non avrete la certezza d’aver scelto il libro giusto, ma un buon grado di probabilità di esservi avvicinati all’obiettivo.
E non è poco.